FAQ: Il Giudizio di Pericolosità
1C. Devo rilevare tutte le possibili modalità di cedimento di un albero?
No, non è necessario anche se lo si può fare. La valutazione del rischio, essendo una valutazione in condizioni di incertezza, deve riguardare il cedimento che risulta essere il più probabile nella situazione di bersaglio relativa alle condizioni meteorologiche in cui è più probabile si verifichi il cedimento. Ad esempio, se il cedimento più probabile è la rottura in occasione di eventi meteorici intensi, dovrò considerare se in quelle condizioni l’area di caduta dell’albero è effettivamente interessata da un bersaglio (e di che tipo) o no. Le altre situazioni potenzialmente critiche (gli altri bersagli), essendo il loro verificarsi meno probabile, hanno pertanto un livello di rischio inferiore. In termini matematici il rischio non è una variabile additiva ma distributiva.
2C. Devo rilevare anche il caso peggiore possibile?
No, non è necessario ed anzi è fuorviante. Il ricorso al caso peggiore possibile determina non mai una valutazione del rischio, MA invece l’assunzione di un principio di precauzione, in ragione del quale si assume come possibile un caso ipotetico magari largamente improbabile. Ciò determinerebbe l’eliminazione di tutti gli alberi e quindi la perdita dei benefici insostituibili ad essi connessi. Nessuno applica il principio di precauzione per la gestione dei rischi ordinari con cui si confronta nella vita di tutti i giorni. Il rischio di morte relativo a incidenti stradali e addirittura anche a incidenti domestici, ad esempio, è di gran lunga superiore al rischio di morte per caduta di alberi per cui, se applicassimo il principio di precauzione non potremmo circolare per strada o fare le faccende di casa. Il principio di precauzione si applica (e anche in quel caso non sempre) laddove i rischi potenziali sono notevolissimi e coinvolgono l’intera popolazione (ad esempio per la costruzione di una centrale nucleare in prossimità di una città o per la produzione di sostanze altamente inquinanti).
3C. Il fattore di danno è la dimensione dell’albero o del ramo che può cadere?
Sostanzialmente sì. Il fattore di danno è la variabile che determina la quantità di potenziale negativo relativa alla situazione di rischio che stiamo esaminando. Per quanto riguarda gli alberi esso dipende dall’impulso che si genera nella caduta dell’albero o del ramo, quando esso giunge sul bersaglio considerato. Questo dato si può facilmente stimare attraverso la formula indicata in Allegato 4, grazie ad un semplice foglio di calcolo e all’utilizzo di standard di riferimento per il coefficiente di forma e per la densità del legno, per mezzo di:
⦁ Per il cedimento di un albero: diametro al colletto e altezza.
⦁ Per il cedimento di un ramo: diametro all’inserzione, lunghezza del ramo, altezza dell’inserzione.
4C. Quando e cosa vuol dire che il giudizio sulla probabilità di cedimento è “sospeso”?
Qualora la Valutazione Ordinaria (§ 5.6) rilevi difetti non quantificabili visivamente, il giudizio di rischio è sospeso ed il tecnico prescrive una Valutazione Avanzata definendone la tipologia.
5C. Perché nel protocollo Areté è previsto il caso che il valutatore non possa esprimere un giudizio di pericolosità riguardo a porzioni dell’albero non valutabili (es: apparato radicale, porzioni di chioma non visibili da terra)?
Perché ciò è previsto in qualunque procedura di gestione del rischio “clinico” e corrisponde ad un criterio di ragionevolezza. Come accade per il nostro Medico o per qualunque diagnosta di strutture complesse (Ingegnere, Fisico, ecc.), qualora non si disponga di informazioni adeguate per fornire una diagnosi relativamente ad una porzione morfologica, che non è stata sottoposta ad una indagine sufficiente a definirne con relativa certezza le condizioni di pericolosità, per quella porzione non è possibile attribuire il giudizio di pericolosità. Quindi la valutazione del rischio rimane, relativamente a tale parte, del tutto incerta e quindi sospesa al fine di conseguire informazioni dirimenti.