FAQ 1 - Protocollo Areté

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FAQ: Il Protocollo
1A. Il protocollo Areté serve a valutare solo singoli alberi o piccoli popolamenti?

No, Il protocollo prevede procedure sia per la valutazione del rischio relativo al singolo albero, sia per la valutazione di popolamenti arborei vegetanti in territori estesi. Il capitolo 5 illustra tutte le possibili modalità di valutazione. La valutazione per popolamenti si applica in aree a fruizione estensiva ma anche tutti gli alberi presenti in un Comune potrebbero essere interessati, nella fase iniziale del processo di valutazione, da questa modalità di indagine, consentendo un grande risparmio economico. È infatti plausibile che il tecnico incaricato, per studiare gli alberi di un Comune non ancora sottoposto a valutazioni, dovrà/potrà verosimilmente utilizzare tutti i tipi di valutazione secondo una procedura sequenziale.
Quando è necessario un certo dettaglio si deve invece operare a livello di singolo albero: in questo caso si tratterà di effettuare una valutazione ordinaria e se il caso lo richiede una valutazione avanzata, andando a stimare con maggior precisione le 3 variabili che concorrono a definire il giudizio di rischio: bersaglio, pericolosità, impulso.  

2A. Chi può effettuare una valutazione del rischio secondo il metodo Areté?

Esclusivamente tecnici specializzati, dotati di formazione specifica e dell’abilitazione alla professione secondo la normativa vigente, che possono dimostrare di aver seguito un percorso formativo sulla materia. L’approccio EMIBAC (vedi Allegato 1) impone infatti una conoscenza approfondita e interdisciplinare, altamente specialistica, anche in ragione delle possibili responsabilità connesse alla valutazione dell’albero.

3A. Il protocollo Areté può essere utilizzato solo da dottori agronomi e dottori forestali?

No (vedi anche domanda 2). Il protocollo Areté può essere utilizzato da tecnici specializzati, dotati di formazione specifica e dell’abilitazione alla professione secondo la normativa vigente, che possono dimostrare di aver seguito un percorso formativo specifico sulla materia.

4A. E’ indispensabile effettuare un corso per poter utilizzare il metodo Areté?

No, ma è vivamente consigliato. Sebbene, negli allegati del Protocollo, metodo e procedure sono illustrate in dettaglio (e nel testo “Valutazione del rischio arboreo” a cura di Arborete sono forniti molti esempi pratici), un addestramento specifico e condiviso fra colleghi fornisce gli strumenti per applicare il metodo correttamente. In particolare, il corso aiuta a ridurre la ineliminabile quota di soggettività nella valutazione delle variabili che concorrono a determinare il rischio, in particolare la Probabilità al cedimento e la stima del Bersaglio.

5A. E’ possibile assegnare ad un albero la CPC del protocollo S.I.A. ed effettuare la valutazione del rischio con metodo Areté?

No. Il Protocollo Aretè® definisce le regole di una procedura completa per la Valutazione Integrata di Stabilità dell’albero e, in quanto tale, esclude l’utilizzo combinato e soggettivo di altri protocolli in materia.

6A. Tutto quello che ho imparato con “il VTA” lo devo buttare? Tutta l’esperienza di anni di valutazione di stabilità in Italia andrà perso?

Assolutamente no, non è necessario buttare via niente. Gli anni di esperienza maturati, le proprie schede di valutazione dei difetti al fine di determinare la pericolosità devono soltanto essere “incanalate” nell’attribuzione di una appropriata probabilità di cedimento. Ciò che cambia è solo l’approccio metodologico che, con Areté tiene conto, come d’obbligo, di tutte le variabili che realmente influiscono sulla diagnosi delle condizioni dell’albero e soprattutto su ciò che si deve/può fare per curarlo.
7A. La valutazione secondo protocollo Areté è più onerosa rispetto ad una valutazione secondo gli attuali protocolli?

Non necessariamente, ma è indubbiamente più completa se raffrontata alla sola valutazione del pericolo. Inoltre codifica un metodo per la valutazione del rischio riducendo la quota di soggettività del giudizio. Rispetto alla sola valutazione del pericolo consente di individuare gli interventi in un’ottica ragionevole e soprattutto permette di tutelare meglio sia il professionista che il committente.


8A. Quanto è la validità temporale di una valutazione del rischio?

Il valore del livello di rischio è calcolato con riferimento all’annualità in corso (rischio annualizzato di cedimento), ma tiene conto del periodo di monitoraggio definito nella valutazione e ad esso si riferisce.  Occorre tuttavia ricordare che la responsabilità connessa ad una perizia è tale anche ben oltre la validità temporale della valutazione che in quella perizia viene espressa.

9A. Calcolare la probabilità di cedimento entro l’anno significa che la valutazione ha validità solo un anno?

No, Il valore del livello di rischio è calcolato con riferimento all’annualità in corso (rischio annualizzato di cedimento), ma tiene conto del periodo di monitoraggio definito nella valutazione e ad esso si riferisce.

10A. Il Protocollo mi permette di definire le priorità degli interventi di cura degli alberi?

Sì, il metodo Areté di valutazione del rischio permette di attribuire il giudizio di rischio a ciascun albero oggetto di valutazione. Le priorità d’intervento possono essere determinate dal giudizio di rischio emesso per ogni singolo albero.  Il giudizio di rischio è espresso da un numero che rappresenta una probabilità, pertanto gli alberi di un popolamento sono facilmente ordinabili in relazione al giudizio di rischio. Non saranno pertanto prioritari gli alberi più pericolosi, ma quelli con il livello di rischio più elevato.

11A. Perché nel Protocollo Areté si attribuisce grande importanza al valore dell’albero?

Gli interventi che è ragionevole eseguire su un albero non dipendono solo dal suo livello di rischio ma anche dall’importanza che l’albero riveste e quindi dal suo “valore”. Attribuire una stima per quanto sintetica del valore permette quindi di giustificare interventi complessi volti alla conservazione dell’albero e rende ragione dell’importanza del patrimonio arboreo che deve essere gestito anche in funzione dei benefici che eroga.

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